Per la prima volta nella storia, l’umanità sta vivendo il rischio di una pandemia in modo consapevole ovvero conoscendo gli esseri microscopici, i cosidetti virus, che possono metterci in serio pericolo.
Possiamo dividerci tra allarmisti e minimizzatori, ma dobbiamo fare i conti con una nuova certezza: sta circolando un virus che l’uomo non ha mai incontrato.
Proviamo a razionalizzare, cosa sappiamo sul Coronavirus
Cercando di fare chiarezza nella confusione che si è creata, sappiamo che:
- questo virus si trasmette con le stesse modalità dell’influenza, ovvero tramite le goccioline di saliva che possono essere nebulizzate con gli starnuti
- è un virus che per ogni infettato contagia 2,5 persone.
- molti infettati sono asintomatici e non sviluppano la malattia, ma per chi la sviluppa è molto probabile dover ricorrere all’ospedalizzazione
- il vaccino non sarà pronto prima di 12-18 mesi
- gli anziani sono i più a rischio di un decorso infausto
La Sanità, come scrive Paolo Giordano nell’articolo sul Corriere della Sera del 25 Febbraio, non è in grado di sopportare il numero di ospedalizzati che causerebbe il virus se fosse lasciato libero di circolare. Di conseguenza sono necessarie misure estreme, coercitive, che non si allineano alla comunicazione tranquillizzante che si prova a diffondere.
Le immagini colpiscono più delle parole e queste ci mostrano forze dell’ordine che presidiano gli ingressi dei comuni colpiti, negozi chiusi, persone in quarantena in casa, piazze vuote, stadi vuoti, cinema vuoti, scuole chiuse…
Il nostro compito: limitare il contagio
Personalmente sono un minimizzatore più per fiducia e ottimismo che per competenze ma ho trovato chiaro e logico, direi “matematico” il ragionamento di Giordano e credo di essere riuscito a capire quale deve essere il nostro compito concreto e quotidiano: dobbiamo far guadagnare tempo alla Sanità, evitando di ampliare il contagio.
Lo possiamo fare, è sufficiente prestare attenzione ai nostri comportamenti quotidiani, relazionali. Non possiamo sapere chi è portatore del virus ma dobbiamo pensare che tutti lo siano.
Dobbiamo quindi isolarci? No, la conoscenza offre le soluzioni.
Cosa possiamo fare concretamente
Se abbiamo influenza o raffreddore, isoliamoci. Non sarebbe corretto incontrare persone sane che potremmo contaminare anche con una semplice influenza. E se non possiamo rinunciare, portiamo una mascherina cosi in caso di starnuto, conteniamo le escrezioni.
Se non ci sono sintomi, incontriamo le persone senza difficoltà ma consapevoli che siamo esposti a un rischio. Disinfettiamoci spesso le mani con i gel alcolici, evitiamo di portarcele alla bocca e agli occhi. Puliamo le superfici comuni con sanificanti residuali (quaternari di ammonio, fenoli) che hanno la capacità di inertizzare ciò che si deposita anche dopo averle trattate, cambiamo spesso l’aria, igienizziamo i filtri delle unità di riscaldamento e raffreddamento con i medesimi prodotti per le superfici.
Quando rientriamo in casa, oltre a lavarci le mani per almeno 20” con sapone, cambiamoci e sciacquiamo la bocca con il collutorio: quaternari o clorexidina funzionano in quanto riducono la carica batterica e virale dei virus lipidici come i coronavirus.
Lo sforzo di EQ per ridurre il contagio da Covid-19: nuovi prodotti igienizzanti
Anche noi oggi vogliamo contribuire con il nostro sforzo a ridurre la possibilità di contagio e mettiamo a disposizione i nostri prodotti per:
la sanificazione delle superfici:
L’igienizzaizone delle mani
- FRESCOOOL gel alcolico
- SANDY gel e Sandy Crema, lavamani con microgranuli da oggi arricchite con battericida fenolico
- SOFT MC + e SOFT EXTRA + lavamani liquide con battericida fenolico.
Ora spetta a noi impegnarci a combattere la battaglia contro il Coronavirus.
E’ stata la prima volta che ci siamo trovati di fronte a una potenziale pandemia, era normale essere spaesati e impauriti ma ora grazie alle informazioni che la scienza ci offre sappiamo come rallentare il contagio e ben presto saremo in grado di sconfiggerlo.
Stiamo tracciando una strada nuova, una sfida che ci ha puntato i riflettori addosso: è una grande opportunità dalla quale l’Italia può uscire come un Paese modello e ognuno può dare il proprio contributo. Uniti possiamo vincere.